“Sorella mia! Hai udito mai i defunti parlare dalla tomba?
Son morta! La tua povera Maria è morta. M'hanno distesa sul cataletto, m'hanno coperto del drappo mortuario, hanno recitato il requiem, le campane hanno suonato... Mi pare che qualche cosa di funereo mi pesi sull'anima, e che le mie membra sieno inerti. Fra me e il mondo, la natura, la vita, c'è qualche cosa di più pesante di una lapide, di più muto di una tomba.
E' uno spettacolo che atterrisce! La morte fra il rigoglio della vita, fra il tumulto delle passioni, il corpo che vede morire l'anima, la materia che sopravvive allo spirito!
Apro gli occhi come trasognata; spingo lo sguardo nell'immensità, fra quel buio, quel silenzio, quella quiete inerte... Tutto è ad una immensurabile distanza. Ti vedo come in un sogno, al di là dei confini della realtà... Sei tu che sei svanita nel vuoto, oppure sono io che mi son smarrita nel nulla?”
[Verga, Storia di una capinera]
...per non perdere queste righe, a mio parere, molto belle.