venerdì 16 aprile 2010

Edipo

Edipo Re (vv.1186-1195)

CORO:
Ah, generazioni dei mortali,
la vostra vita e il nulla
in pari conto io tengo!
Quale, quale uomo
attinge felicità più salda
di un'illusione che balugina
e rapida declina?
Se il tuo destino,
o sventurato Edipo,
se il tuo destino a paradigma prendo,
nessun mortale dirò felice:

[....]
____________

Un istante di ammirazione per la poesia di Sofocle, per la città di Tebe e infine per la sapienza di Eleusi..
Ecco, mi sembrava bello sollevare questa risonanza, e se ne potrebbero generare molte altre come ad esempio citando qualche passo del libro dell'Ecclesiaste nell'Antico Testamento. D'altra parte non bisogna dimenticare che il Leopardi è cresciuto a suon di classici e preghiere..
Se riuscirò a raccogliere qualche idea magari svilupperò in un contibuto ciò che qui è solo accennato.

Buona giornata a tutti!

Alberto.

2 commenti:

  1. Ottima attinenza con Leopardi. Però forse per il nostro uomo da Recanati può non essere vero che la "vita" e il "nulla" siano da considerare alla stessa stregua il nulla è vasto e imponente, la vita fragile e dolorosa, ma molto più foriera dis enso e di esperienza, se e solo ci sottraiamo alla civiltà moderna...

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  2. 1.l'iportanza di quel "se", di quel periodo ipotetico, con cui anche le operette si chiudono, che si può ritrovare anche in altri luoghi significativi.
    Mi viene in mente:
    "[...]Forse s'avess'io l'ale\da volar su le nubi,\e noverar le stelle ad una ad una,\o come il tuono errar di giogo in giogo,\più felice sarei, dolce mia greggia\più felice sarei, candida luna.\o forse erra dal vero,
    mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:\forse in qual forma, in quale\stato che sia, dentro covile o cuna,\è funesto a chi nasce il dì natale."
    2.sottrarsi alla civiltà moderna? pericoloso.

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