sabato 20 marzo 2010

Una proposta

Il mondo in cui oggi si vive si presenta come un puzzle i cui pezzi in parte sono stati smarriti.
Portando avanti la mia esperienza mi accorsi (ero immerso in una ricerca frenetica di ciò che era stato perduto) che ciò che stavo cercando semplicemente non c'era se non in virtù di una qualche istanza creatrice che partiva da me stesso. Mi sono sentito raggirato e, cosa tragica, da colui il qual godeva della mia più alta fiducia: me stesso. Fu allora che scopersi la Natura.
Ora non si trattava più di ricomporre un puzzle nè di ricostruire alcunchè. Ora si apriva tutto intorno a me un labirinto immenso. Disperai, esultai, mi quietai.
Mi trovo oggi, timido esploratore in compagnia di un coraggio tenue, ad aver tracciato qualche itinerario che mi permetta un poco di libertà tra queste vie anguste. Ho guadagnato anche una piccola altura che mi permette di guardare un poco oltre questo labirinto. Vi ho scorto il mare. Purtroppo le mie strade sono incerte, le mie mappe discontinue e incomplete e così mi capita spesso di perdermi e prima di poter ritrovare un crocicchio familiare possono anche passare molti giorni. Però non mi dispero, ho scorto il mare e questa grande speranza mi sospinge come fa il vento sulla vela delle barche.
Qualche tempo fa ho scritto una riflessione sul tema degli animali, della natura, della solitudine e del mondo degli uomini. Rileggendo le Operette morali per il laboratorio ho pensato fosse attuale riproporlo, perchè finito il libro del Leopardi, credo sia così per molti, ci si ritrova come oppressi da un qualche sentimento indefinito commisto di impotenza, stanchezza, disillusione, ma anche gioia, amore ed una qualche istanza di rivolta. Credo che le Operette non pongano solo l'uomo di fronte ad una scelta (non solamente restare sulla riva ad ossservare le navi passare o imbarcarsi), credo che si imponga innanzitutto l'urgenza di un "progetto". Tracciare itinerari, da qui si comincia sempre prima di intraprendere un viaggio.
Ecco, nelle due paginette che propongo, a chi vuole, ho cercato di fare qualcosa del genere.
Chi sia interessato può scrivere a ulrico.nava@gmail.com per ricevere il file.
E' una cosa modesta e soprattutto immatura, però da qui si puo comiciare.
Ciao a tutti!

2 commenti:

  1. Un punto essenziale sarebbe questo: ricordare che bene navigavi cum naufragium feci. I progetti nel senso dell'esperienza esistenziale non sono necessariamente di successo o di integrazione rispetto a uno scenario preordinato; sono di esplorazione perplessa della varietà della vita, la stessa che porta Colombo, nell'operetta, a riconoscere che persino per il semplice fatto di poter poggiare i piedi a terra, in certe circostanze, si realizza integralmente il pathos della condizione umana.

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  2. Per uno che, come me, ripone tutto nell'esperimento, una prospettiva di tal genere risulta o amara, oppure rassegnata. Come accettare di saltar qui e saltar là senza scopo quasi, senza risoluzione... Si necessita di una Leggenda Personale anche...

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