Ringraziamo le sig.ne Mandelli e Romagnoli per le stimolanti relazioni odierne su Montaigne e Leopardi e su Leopardi ed Epicuro. Nel dibattito congiunto sulle due relazioni, sono emersi complessivamente questi punti:
- la signoria della moda potrebbe essere superiore persino a quella della morte, se la moda/costume/usanza (Mandelli ha evidenziato la vicinanza di questi concetti) riduce la vitalità dell'uomo ed anticipa, di fatto, la morte inibendo la vitalità della persona;
- con la centralità della moda/usanza, si afferma una signoria dell'effimero alla quale sembra possibile reagire soltanto mettendosi sulla difensiva, in uno spazio protetto e scettico di osservazione e critica;
- l'epicureismo, sia nel Ruysch sia in altri punti della riflessione leopardiana, esce per lo più a pezzi dalla critica del pensatore recanatese che ne evidenzia non solo la sproporzione rispetto al tempo nel quale venne formulato (cfr. Ottonieri), ma sembra indicarne obliquamente e ironicamente le insufficienze sofistiche anche nel Ruysch;
- con la centralità della moda/usanza, si afferma una signoria dell'effimero alla quale sembra possibile reagire soltanto mettendosi sulla difensiva, in uno spazio protetto e scettico di osservazione e critica;
- l'epicureismo, sia nel Ruysch sia in altri punti della riflessione leopardiana, esce per lo più a pezzi dalla critica del pensatore recanatese che ne evidenzia non solo la sproporzione rispetto al tempo nel quale venne formulato (cfr. Ottonieri), ma sembra indicarne obliquamente e ironicamente le insufficienze sofistiche anche nel Ruysch;
- il tema della transizione verso la morte come piacere e come languore si rinviene in Cicerone (Tuscolanae, I, 82), in Montaigne (Essais, II, VI) e in Leopardi (come da suggerimenti, tra gli altri, di Fubini, Bazzocchi e Galimberti);
- peraltro questo tema è collegato nella cultura romantica a una sensibilità che non ha la dimensione prettamente fisiologica dell'affievolirsi del sentire (che in Leopardi sembra prevalere), ma soprattuto quella dell'avvicinamento a un je ne sais quoi, a un inesprimibile che corrisponde alla sospensione scettica del giudizio in Montaigne ma anche al silenzio dei morti alla fine del Ruysch.
Ricordiamo infine che nel dibattito si è tornati sulla differenza della posizione moderna della coscienza rispetto a quella antica relativamente al problema della morte e sulla lettura del Ruysch proposta da F. Gallo in Leopardi antitaliano, antologizzata nella dispensa di supporto.
Ricordiamo infine che nel dibattito si è tornati sulla differenza della posizione moderna della coscienza rispetto a quella antica relativamente al problema della morte e sulla lettura del Ruysch proposta da F. Gallo in Leopardi antitaliano, antologizzata nella dispensa di supporto.
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