sabato 27 marzo 2010

Leopardi e il nichilismo (e Heidegger)

Nel corso della seduta del 26 marzo, sulla scorta della relazione di G. Cancellara, si è discusso tra l'altro del'atteggiamento di Leopardi nei confronti della modernità come contrassegnato dalla necessità congiunta di un'accettazione e di un superamento - tema che è stato poi paragonato alla Verwindung heideggeriana. In generale il discorso si è poi appunto spostato sull'ambiguità del rapporto tra Leopardi e il moderno, responsabile della nuova barbarie nichilistica ma anche orizzonte inevitabile dello sviluppo della civiltà italiana e stato epocale comunque irreversibile. In attesa di prossime relazioni sul rapporto tra Leopardi e i francofortesi, Leopardi e Nietzsche e Leopardi e Sade, che forniranno ulteriori elementi, sembra utile indicare un'ottima relazione recente disponibile online: L. Capitano, Leopardi e la genealogia del nichilismo, che ricapitola una tematica che incrocia (almeno) anche Heidegger, Severino, Caracciolo e altri maggiori teorici del dibattito di fine sec. XX. Qualche avventuroso amante di estetica e metafisica potrebbe rifarsi a G. Zaccaria, Pensare il nulla. Leopardi Heidegger, Ibis Edizioni, Como, 2009, anche per riflettere, sulla base delle diverse note zibaldoniche, sulla genesi psicologica oppure ontologica della nozione di nulla in Leopardi...

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